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Rotonda di San Lorenzo

La Rotonda di San Lorenzo a Mantova è un gioiello architettonico che racchiude in sé secoli di storia, misteri e rinascite. La sua vicenda è affascinante non solo per l’antichità e la rarità della sua forma, ma anche per la sua “scomparsa” e successiva riscoperta.


Le Origini: Un Mistero Avvolto nel Tempo (XI Secolo)

La Rotonda di San Lorenzo è uno degli edifici religiosi più antichi di Mantova e rappresenta un raro esempio di architettura romanica a pianta centrale (circolare). La sua costruzione risale all’XI secolo, precisamente intorno al 1083 d.C., come testimoniato da un’iscrizione sul marmo dell’architrave del portale.

Diverse ipotesi e tradizioni si intrecciano riguardo alle sue origini:

  • Il culto di San Lorenzo: La chiesa è dedicata a San Lorenzo, martirizzato a Roma il 10 agosto del 258 d.C. La tradizione locale vuole che la Rotonda sia stata eretta su un luogo di antico culto, forse un tempio pagano dedicato a Diana, o un luogo legato al martirio di San Lorenzo stesso. Alcune delle colonne di reimpiego presenti all’interno della Rotonda sono di epoca romana, suggerendo una continuità di culto in questo sito.
  • L’influenza del Santo Sepolcro di Gerusalemme: La forma circolare della Rotonda è stata spesso interpretata come un omaggio o una riproduzione in scala ridotta del Santo Sepolcro di Gerusalemme (l’Anastasis), un’architettura simbolica che si diffuse in Europa in epoca romanica, spesso legata a culti martiriali o pasquali. Questa interpretazione si lega alla forte devozione per il Sangue di Cristo che caratterizzava Mantova in quel periodo.
  • Il ruolo di Matilde di Canossa: La costruzione della Rotonda è tradizionalmente attribuita a Matilde di Canossa, la potente contessa di Mantova e Toscana. Si dice che l’abbia voluta in scioglimento di un voto fatto dal padre Bonifacio di Canossa. La sua influenza fu determinante per la crescita e l’organizzazione ecclesiastica di Mantova.

Dal punto di vista architettonico, la Rotonda presenta una pianta circolare con un colonnato inferiore e un matroneo superiore. Le dieci colonne inferiori e le dieci superiori nel matroneo sono di forme e fatture diverse, rivelando l’uso di materiale di reimpiego da costruzioni precedenti, tipico dell’architettura romanica.


Il Lungo Sonno: Dalla Chiusura alla Scomparsa (XVI – XX Secolo)

Nonostante la sua iniziale importanza, la Rotonda di San Lorenzo subì un destino particolare. Nel 1579, il duca Guglielmo Gonzaga (che aveva già trasformato Mantova in una città fortemente rinascimentale e manierista, con un gusto più orientato verso architetture “moderne”) decise di chiudere la chiesa al culto.

I motivi di questa decisione non sono del tutto chiari, ma si ipotizza che la sua forma circolare, considerata forse “antica” o “pagana” in un’epoca di Controriforma, non si adattasse più ai canoni estetici e liturgici del tempo. Inoltre, la Rotonda si trovava in un’area in pieno sviluppo urbano, tra Piazza delle Erbe e Piazza Broletto, e la sua struttura poteva ostacolare nuovi progetti edilizi.

A seguito della sua chiusura, la Rotonda venne progressivamente inglobata dagli edifici circostanti. Case e botteghe furono costruite addosso e intorno ad essa, nascondendola quasi completamente alla vista. La sua cupola originaria crollò o fu smantellata, e l’edificio fu utilizzato per i più svariati scopi, da magazzino ad abitazioni. La sua memoria storica e persino la sua stessa esistenza si persero nel tempo, diventando quasi una leggenda locale.


La Riscoperta e il Restauro (XX Secolo)

Per oltre tre secoli, la Rotonda di San Lorenzo rimase celata, un fantasma architettonico nel cuore di Mantova. La sua riscoperta avvenne solo all’inizio del XX secolo.

Fu nel 1906 che, durante lavori di riqualificazione urbana nella zona, vennero alla luce i resti della chiesa. Iniziò così un’imponente opera di “liberazione” della Rotonda dalle sovrastrutture che l’avevano inglobata. Questa fase di scavo e demolizione delle case adiacenti fu fondamentale per riportare alla luce l’antica struttura.

I lavori di restauro veri e propri iniziarono nel 1908 e proseguirono per diversi anni, con l’obiettivo di riportare l’edificio il più possibile all’aspetto medievale originale. Fu un lavoro complesso, che richiese studi e confronti con altre rotonde romaniche simili (come San Tomè ad Almenno).

  • Restauro strutturale: Si lavorò per consolidare le murature e ripristinare la statica dell’edificio.
  • Ricostruzione della cupola: Un aspetto cruciale fu la ricostruzione della cupola, basandosi su evidenze archeologiche e su confronti con chiese simili.
  • Restauro degli affreschi: All’interno della Rotonda, furono riportati alla luce frammenti di affreschi medievali, risalenti a diverse epoche (XI-XII secolo e XV secolo), che un tempo decoravano le pareti tra i due ordini di colonne e nel matroneo. Questi affreschi, pur lacunosi, sono testimonianza dell’antica decorazione pittorica.

La Rotonda di San Lorenzo fu riaperta al culto solo nel 1926, dopo quasi 350 anni di oblio. Dal 1926, la chiesa è affidata alla comunità domenicana e viene conservata, tutelata e aperta al pubblico dall’Associazione per i Monumenti Domenicani.


La Rotonda Oggi: Un Simbolo di Continuità

Negli anni successivi e fino ai giorni nostri, la Rotonda di San Lorenzo ha continuato a essere oggetto di attenzione e cura. Tra il 2001 e il 2016, sono stati eseguiti ulteriori e importanti lavori di restauro, in particolare del paramento esterno e del muretto che la circonda. Questi interventi sono stati spesso sostenuti anche da iniziative di crowdfunding, come “Adotta un mattone”, che hanno coinvolto attivamente la comunità mantovana e i visitatori nella conservazione di questo prezioso monumento.

Oggi, la Rotonda di San Lorenzo è uno dei luoghi più iconici e amati di Mantova. La sua posizione centrale, l’atmosfera suggestiva e la sua storia unica di riscoperta la rendono una tappa imperdibile per chi visita la città. È un simbolo della resilienza e della capacità di Mantova di conservare e valorizzare il proprio ricchissimo patrimonio storico-artistico, un luogo dove il passato medievale emerge inaspettatamente nel cuore di una città che, per altri versi, è dominata dal fasto rinascimentale dei Gonzaga.

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