Chiesa di Ognissanti
La Chiesa di Ognissanti a Mantova: Un Palinsesto di Storia, Arte e Fede
Annidata nel tessuto urbano di Mantova, a breve distanza da quella che fu la Porta Pradella, la Chiesa di Ognissanti รจ una testimonianza stratificata di quasi un millennio di storia cittadina, un luogo dove l’architettura romanica, le memorie gotiche e lo sfarzo tardobarocco si fondono in un racconto affascinante. La sua storia รจ indissolubilmente legata a quella di un antico ospedale e del potente monastero benedettino di San Benedetto in Polirone.
Le Origini Contese e il Legame con il Polirone
Le prime notizie del complesso di Ognissanti risalgono all’XI e XII secolo. Le sue origini sono avvolte in una nebbia storica che vede contrapposte due tradizioni. Una, piรน suggestiva, attribuisce la fondazione del complesso, inizialmente un ospizio per pellegrini e infermi (hospitale
), alla Grancontessa Matilde di Canossa intorno al 1080. Secondo questa versione, Matilde avrebbe poi donato l’istituzione ai monaci benedettini del Polirone, il cenobio da lei grandemente favorito.
Un’altra linea storiografica, basata su documenti successivi, posticipa la fondazione o, piรน probabilmente, una donazione ufficiale, al 1159 per mano di Papa Adriano IV. Al di lร del dibattito sulla data esatta, รจ certo che per secoli il complesso di Ognissanti โ composto dalla chiesa, dal monastero e dall’ospedale โ operรฒ come una prioria dipendente dalla grande abbazia di San Benedetto Po, fungendo da avamposto spirituale e caritatevole dell’ordine in cittร .
Le Vestigia Medievali: Il Campanile e la Cappella dei Morti
Della primitiva fase romanica, la chiesa attuale conserva due preziose ed evidenti testimonianze. La piรน imponente รจ il campanile in cotto, che si erge solido e austero. La sua struttura, con le eleganti bifore (alcune oggi tamponate), รจ un chiaro richiamo all’architettura romanico-lombarda e si presume coevo alla prima edificazione.
Accanto al campanile, sopravvive il nucleo piรน antico e suggestivo del complesso: la Cappella dei Morti. Questo ambiente, oggi inglobato nella struttura settecentesca, corrispondeva in origine a una parte del transetto della chiesa medievale, orientata diversamente da quella odierna. Il suo nome deriva dalla secolare consuetudine di seppellirvi i monaci benedettini.
La cappella fu protagonista di importanti scoperte nel XX secolo. Durante alcuni restauri negli anni ’60, sotto un affresco del Quattrocento, vennero alla luce frammenti di pitture murali ancora piรน antiche, risalenti al Trecento. A causa del precario stato di conservazione, si decise di staccare sia l’opera piรน recente che i frammenti sottostanti. Oggi, questi tesori ritrovati sono custoditi presso il Museo di Palazzo Ducale, a testimonianza della ricchezza decorativa della chiesa gotica. Tra le opere staccate spicca la Madonna col Bambino fra San Benedetto e San Giovanni Battista che presentano i due committenti, pregevole affresco datato 1463 e firmato da Nicolรฒ Solimani da Verona.
La Trasformazione Tardobarocca
Nel corso dei secoli, il complesso subรฌ diverse modifiche. Una ricostruzione significativa avvenne giร nel XIV secolo, in stile gotico, di cui la Cappella dei Morti e alcuni archi ogivali emersi durante i restauri sono le tracce principali.
La fisionomia attuale della chiesa รจ perรฒ il risultato di un intervento radicale, avvenuto tra il 1752 e il 1755. In questi anni, la chiesa medievale fu quasi interamente demolita e ricostruita in sfarzose forme tardobarocche. Il nuovo edificio subรฌ una rotazione dell’asse di circa 90 gradi, inglobando le strutture superstiti del campanile e della cappella.
L’interno si presenta come un’elegante aula unica, scandita da lesene e impreziosita da stucchi che mescolano il gusto barocco a un incipiente Rococรฒ. Le quattro cappelle laterali, con i loro altari di gusto giร neoclassico, creano un armonioso dialogo tra i diversi stili. La facciata, leggermente curvilinea e coronata da statue, completa l’aspetto scenografico del tempio.
Il Patrimonio Artistico Settecentesco
La ricostruzione settecentesca dotรฒ la chiesa di un nuovo corredo artistico, in linea con il gusto dell’epoca. Tra le opere piรน significative spiccano le tele di due grandi maestri del Settecento mantovano:
- Giuseppe Bazzani (1690-1769): A lui si deve la pala d’altare della seconda cappella a destra, raffigurante la Madonna col Bambino e Sant’Anna. L’opera รจ un magnifico esempio della sua pittura matura, caratterizzata da pennellate vibranti, una tavolozza calda e una composizione dinamica impostata su linee diagonali.
- Giovanni Cadioli (1710-1767): Nella prima cappella a sinistra si puรฒ ammirare la sua tela con San Mauro che guarisce gli infermi, un’opera di grande impatto devozionale e di notevole qualitร pittorica.
Altre opere, come La Presentazione del Battista di Ippolito Andreasi, detto l’Andreasino, arricchiscono ulteriormente il patrimonio della chiesa.
Dalla Soppressione Napoleonica ai Giorni Nostri
Un punto di svolta nella storia millenaria del complesso fu il 1797. Con l’arrivo delle truppe napoleoniche e le conseguenti soppressioni degli ordini religiosi, il monastero benedettino di Ognissanti fu chiuso e i suoi beni incamerati. La chiesa, tuttavia, non perse la sua funzione spirituale e divenne parrocchia diocesana, con un parroco di nomina vescovile che sostituiva l’abate polironiano.
Oggi, la Chiesa di Ognissanti continua ad essere un vivo luogo di culto e una preziosa custode di memorie artistiche e storiche. Visitandola, si compie un viaggio a ritroso nel tempo: dallo splendore del Settecento mantovano, visibile nell’aula principale, si puรฒ accedere alla penombra silenziosa della Cappella dei Morti, per poi levare lo sguardo al campanile romanico, testimone silenzioso delle origini di una delle piรน antiche comunitร religiose della cittร .
Recensione