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Chiesa di San Barnaba

La Chiesa di San Barnaba a Mantova, situata nell’omonima via, è un edificio che racchiude una storia complessa e affascinante, testimone di cambiamenti religiosi, artistici e sociali che hanno segnato la città. Da luogo di culto umile a sontuosa espressione del Barocco mantovano, fino alle trasformazioni ottocentesche, San Barnaba offre uno spaccato significativo della storia ecclesiastica e architettonica locale.

1. Le Origini e la Fondazione Medievale (XIII Secolo)

Le prime notizie relative alla Chiesa di San Barnaba risalgono al XIII secolo. Originariamente, l’edificio era una chiesa più modesta, probabilmente costruita per servire una piccola comunità locale o un ordine religioso minore. La sua dedicazione a San Barnaba apostolo suggerisce un’origine antica e una possibile connessione con vie di pellegrinaggio o commercio che attraversavano Mantova.

La chiesa, in questa fase iniziale, rientrava probabilmente in un contesto urbano meno denso di quello attuale, ai margini o comunque non al centro delle aree di maggiore sviluppo comunale o signorile della città.

2. L’Età della Riforma Cattolica e l’Arrivo dei Chierici Regolari di San Paolo (Barnabiti) – XVII Secolo

Il destino di San Barnaba cambiò radicalmente nel XVII secolo, in piena età della Controriforma. Nel 1610, la chiesa e l’annesso convento furono concessi ai Chierici Regolari di San Paolo, più comunemente noti come Barnabiti. Questo ordine, fondato a Milano nel 1530 da Sant’Antonio Maria Zaccaria, era nato con l’obiettivo di rinnovare la vita spirituale del clero e dei fedeli, ponendo particolare enfasi sulla predicazione e l’educazione.

L’arrivo dei Barnabiti a Mantova segnò l’inizio di una fase di grande splendore per la chiesa. L’ordine, sostenuto dalla corte gonzaghesca e dalla nobiltà locale, intraprese un ambizioso progetto di ricostruzione e abbellimento, volto a trasformare l’edificio in una degna sede per le proprie attività pastorali e intellettuali. La scelta della chiesa di San Barnaba non fu casuale; l’ordine dei Barnabiti aveva un forte legame con il nome di San Barnaba, poiché la loro casa madre a Milano era stata fondata presso la chiesa di San Barnaba.

La ricostruzione barocca fu avviata sotto la direzione dell’architetto Antonio Maria Viani (o forse da Bartolomeo Sacchi, noto come il Mantovano, attivo anche nella Cattedrale di Mantova), che progettò una chiesa imponente e rispondente ai canoni estetici dell’epoca. Il cantiere fu lungo e laborioso, ma il risultato fu una delle più significative espressioni del Barocco mantovano.

3. Splendore Barocco e Patrimoni Artistici

La nuova Chiesa di San Barnaba fu concepita con una pianta a navata unica, tipica delle chiese post-tridentine, volta a favorire la predicazione e la partecipazione dei fedeli. L’interno si presentava ricco di decorazioni, stucchi, affreschi e altari marmorei, in linea con il gusto barocco che prediligeva la magnificenza e il coinvolgimento emotivo dei fedeli.

Tra le opere d’arte che un tempo ornavano la chiesa, spiccavano quelle di artisti di rilievo. Sebbene molte di queste siano andate disperse nel corso dei secoli a causa delle vicissitudini storiche (in particolare le soppressioni napoleoniche), si sa che la chiesa ospitava dipinti di Felice Campi (il cui Martirio di San Barnaba era sull’altare maggiore), di Giuseppe Bazzani, e forse anche di altri pittori attivi nella corte gonzaghesca o legati all’Accademia di Mantova.

Il convento annesso divenne un importante centro di studi e formazione per i Barnabiti, arricchito da una vasta biblioteca e da scuole che contribuirono alla vita culturale di Mantova.

4. Le Soppressioni Napoleoniche e le Trasformazioni Post-Unità (XVIII-XIX Secolo)

Come molti altri edifici religiosi in Italia, anche la Chiesa e il Convento di San Barnaba furono colpiti dalle soppressioni napoleoniche alla fine del XVIII secolo. Nel 1797, con l’arrivo delle truppe francesi e la successiva costituzione della Repubblica Cisalpina, gli ordini religiosi furono sciolti e i loro beni incamerati dallo Stato. Il convento fu adibito ad usi civili, come caserma o magazzino, e la chiesa stessa subì profonde alterazioni.

Nel corso del XIX secolo, dopo l’Unità d’Italia, la chiesa fu progressivamente sconsacrata e destinata a diverse funzioni. Fu impiegata come magazzino militare, poi come maneggio, perdendo definitivamente la sua funzione sacra e il suo aspetto originario, con la demolizione di gran parte degli arredi interni e delle decorazioni. La facciata e le strutture murarie principali rimasero, ma l’interno fu svuotato e adattato alle nuove esigenze.

5. Il XX Secolo e l’Attuale Destinazione

Per gran parte del XX secolo, la ex Chiesa di San Barnaba ha mantenuto una destinazione d’uso non religiosa, spesso legata a funzioni civili o di deposito. Questa lunga fase di abbandono della funzione originaria ha contribuito alla perdita di gran parte del suo patrimonio artistico mobile.

Negli ultimi decenni, tuttavia, si è assistito a un rinnovato interesse per il recupero e la valorizzazione degli edifici storici mantovani. La Chiesa di San Barnaba è stata oggetto di interventi di restauro e recupero funzionale.

Attualmente, la ex Chiesa di San Barnaba è stata trasformata in un importante spazio espositivo e culturale. Ospita regolarmente mostre d’arte, eventi culturali, concerti e convegni, contribuendo attivamente alla vivace scena culturale di Mantova. La sua vasta navata e l’atmosfera storica la rendono un luogo ideale per ospitare eventi di rilievo. Questa nuova vita permette di apprezzare la grandezza strutturale dell’edificio, pur senza la sua originaria ricchezza decorativa.

La storia della Chiesa di San Barnaba è un esempio emblematico delle vicissitudini del patrimonio ecclesiastico in Italia: dalla fondazione medievale all’impronta barocca, dalle soppressioni alle trasformazioni laiche, fino alla moderna riqualificazione come centro culturale, testimoniando la capacità di un edificio di evolversi e continuare a servire la comunità in modi diversi nel corso dei secoli.

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