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Sangue di Cristo nella Basilica di Sant’Andrea

La storia del Preziosissimo Sangue di Cristo custodito nella Basilica di Sant’Andrea a Mantova è una delle narrazioni più affascinanti e complesse della cristianità occidentale, intrecciando elementi di leggenda, devozione popolare e vicende storiche documentate.

1. Le Origini Leggendarie: Longino e la “Prima Inventio”

Al centro della tradizione mantovana c’è la figura di Longino, il centurione romano che, secondo i Vangeli canonici (senza però menzionarne il nome), trafisse il costato di Gesù crocifisso con una lancia. Le leggende cristiane apocrife (in particolare gli Atti di Pilato) gli attribuiscono il nome di Longino e narrano la sua conversione: il sangue misto ad acqua sgorgato dalla ferita avrebbe curato una sua cecità e lo avrebbe spinto a credere in Cristo.

Secondo la tradizione mantovana, Longino, dopo la crocifissione, avrebbe raccolto con devozione la terra intrisa del Sangue e dell’acqua di Cristo in una cassetta di piombo. Guidato dalla fede, avrebbe intrapreso un viaggio evangelico che lo condusse a Mantova, città allora periferica dell’Impero Romano. Qui, per preservare la preziosa reliquia da profanazioni, l’avrebbe nascosta in un luogo segreto, nei pressi di un tempio pagano dedicato a Diana, dove oggi sorge la Basilica di Sant’Andrea. Si narra che Longino stesso subì il martirio a Mantova intorno al 37 d.C., sigillando con il suo sacrificio il legame tra la città e il Sangue di Cristo.

Di questa reliquia si perse ogni traccia per molti secoli. Il “primo ritrovamento” (o “prima inventio”) sarebbe avvenuto nell’804 d.C. sotto l’imperatore Carlo Magno. La scoperta di quella che si riteneva la cassetta di Longino, contenente la “terra intrisa di Sangue”, fu un evento di portata eccezionale, riconosciuto e approvato da Papa Leone III. Questo ritrovamento diede grande lustro a Mantova e avviò un flusso di pellegrinaggi che divenne uno dei principali motori della sua economia e della sua fama nel Medioevo.

2. La “Seconda Inventio” e l’Ascesa di Mantova

Nel X secolo, a causa delle invasioni ungare che minacciavano l’Italia settentrionale, la reliquia fu nuovamente nascosta per motivi di sicurezza, questa volta così bene che se ne perse di nuovo la memoria.

La “seconda inventio” avvenne il 12 marzo 1048, un evento ancora oggi solennemente celebrato a Mantova. La riscoperta fu un momento di grande giubilo e devozione. Affreschi nella Cappella di San Longino nella Basilica di Sant’Andrea immortalano questo momento, mostrando anche la presenza della futura Grancontessa Matilde di Canossa, allora solo una bambina, a testimonianza dell’importanza dell’evento.

Questo secondo ritrovamento consolidò definitivamente il ruolo di Mantova come centro di pellegrinaggio internazionale. La reliquia del Preziosissimo Sangue divenne un punto di riferimento spirituale di enorme attrattiva, paragonabile per certi aspetti al Santo Graal, attirando fedeli da ogni parte d’Europa. Numerosi papi e sovrani visitarono Mantova per venerare il Sangue di Cristo, offrendo donazioni e privilegi che accrescevano il prestigio della città e della sua chiesa principale.

3. La Basilica di Sant’Andrea: Custode del Sangue

Il luogo dei ritrovamenti divenne il fulcro della devozione. Le prime strutture ecclesiastiche erette su quel sito furono successivamente sostituite dall’imponente Basilica di Sant’Andrea, il cui progetto fu affidato nel XV secolo a Leon Battista Alberti da Ludovico III Gonzaga. L’Alberti concepì la basilica come un monumentale “tempio all’antica”, un’opera rivoluzionaria che avrebbe dovuto accogliere e celebrare degnamente la sacra reliquia.

La costruzione della basilica, tuttavia, fu lenta e complessa, proseguendo per secoli e subendo diverse modifiche rispetto al progetto originale dell’Alberti. Nonostante ciò, la sua funzione principale rimase sempre quella di custodire il Preziosissimo Sangue.

La cripta della Basilica, situata al di sotto dell’altare maggiore, è il cuore pulsante del culto. Qui, in una cassaforte medievale all’interno dell’altare, sono conservati i Sacri Vasi, i reliquiari che contengono la terra intrisa di Sangue. Gli attuali Sacri Vasi sono repliche ottocentesche, commissionate dopo che quelli originali (alcuni dei quali attribuiti a Isabella d’Este e forse a Benvenuto Cellini) furono trafugati o danneggiati, in particolare durante le spoliazioni napoleoniche del 1797 e successivamente nel 1848 ad opera di soldati austroungarici. L’Imperatore Francesco Giuseppe, in segno di riparazione, donò due nuovi vasi nel 1876, realizzati dall’orafo milanese Giovanni Bellezza.

4. La Devozione e la Compagnia del Preziosissimo Sangue

La venerazione del Preziosissimo Sangue a Mantova è profondamente radicata nella storia e nella cultura della città. Per secoli, la custodia e la promozione del culto sono state affidate a una confraternita laicale, la Compagnia del Preziosissimo Sangue di Gesù Cristo in Mantova. Costituitasi intorno all’anno Mille (pur con diverse rifondazioni e interruzioni nel corso dei secoli, l’ultima nel 2010), la Compagnia ha il compito di diffondere la devozione, di organizzare le cerimonie solenni e di prendersi cura della reliquia e della sua sede.

Il momento culminante della devozione è la processione solenne del Venerdì Santo, quando i Sacri Vasi vengono portati in processione per le vie della città, attirando migliaia di fedeli e turisti. Ogni venerdì, inoltre, nella cripta della Basilica si celebra una preghiera vespertina animata dalla Compagnia.

5. L’Ordine del Sangue di Gesù Cristo e l’Importanza Storica

Nel 1608, il duca Vincenzo I Gonzaga istituì l’Ordine Militare del Sangue di Gesù Cristo, un ordine cavalleresco con il compito specifico di fungere da guardia d’onore per la reliquia del Preziosissimo Sangue. Questo sottolinea ulteriormente l’importanza che la reliquia rivestiva per la dinastia Gonzaga e per la città.

La reliquia mantovana ha avuto un impatto significativo anche oltre i confini italiani. Nel 1094, una porzione del Preziosissimo Sangue fu donata all’Imperatore Enrico IV e da lì giunse all’abbazia benedettina di Weingarten, in Germania, dove ancora oggi è oggetto di una grande processione annuale, la “Blutritt” (Cavalcata del Sangue). Questo testimonia la diffusione del culto e la sua risonanza europea.

In conclusione, il Preziosissimo Sangue di Cristo a Mantova non è solo una reliquia, ma un elemento fondante dell’identità storica, artistica e spirituale della città. La sua storia, tra leggenda e documentazione, continua a essere un potente richiamo alla Passione di Cristo e un faro per la fede di innumerevoli pellegrini.

Importantissimo da  sapere > Compagnia del Preziosissimo Sangue di Gesù Cristo in Mantova

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