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Pomponesco

Pomponesco è un piccolo comune nella provincia di Mantova, in Lombardia, la cui storia è un esempio affascinante di come un insediamento, grazie a una posizione strategica e alla visione di un signore illuminato, possa trasformarsi in una “città ideale” rinascimentale. Situato sulla riva sinistra del fiume Po, il suo destino è stato per secoli legato alle dinamiche fluviali e ai poteri che hanno dominato la pianura padana.

Origini e Età Romana:

Il nome “Pomponesco” si fa risalire a un’iscrizione romana del II secolo d.C. che attesta la presenza e la dimora nel villaggio della famiglia romana Pompea. A conferma di ciò, un sarcofago della diciannovenne Pompea fu rinvenuto nel borgo e oggi è conservato nel Palazzo Ducale di Mantova. Questo indica che l’area era già abitata e aveva una certa importanza agricola e insediativa fin dall’epoca romana, preceduta da insediamenti di Etruschi e Galli.

Medioevo: Passaggi di Mano e prime strutture:

Dopo la caduta dell’Impero Romano, il territorio di Pomponesco fu oggetto di diverse dominazioni. Intorno all’anno 1000, era sotto il controllo dei monaci benedettini di Leno (Brescia). Nel 1077, si registra la proprietà della famiglia d’Este di Ferrara, e un documento del 1145 lo assegna al vescovo di Cremona.

Le prime notizie relative all’organizzazione amministrativa del comune di Pomponesco risalgono al 1292, quando compaiono “deputati e sapienti del consiglio del comune”, governato presumibilmente secondo gli statuti cremonesi.

Nei primi decenni del XV secolo, Pomponesco entrò a far parte del dominio dei Gonzaga di Mantova. Fu incluso tra i territori assegnati nel 1444 a Carlo Gonzaga e, dopo alterne vicende, nel 1478 fu assegnato al ramo cadetto dei Gonzaga che avrebbe dato origine alle signorie di Bozzolo e Sabbioneta.

Il Rinascimento: La “Città Ideale” di Giulio Cesare Gonzaga:

Il periodo di massimo splendore per Pomponesco è indubbiamente legato a Giulio Cesare Gonzaga (1552/53-1609). Figlio di Carlo di Gazzuolo, Giulio Cesare ereditò Pomponesco intorno al 1578. Uomo del Rinascimento, cugino del più celebre Vespasiano Gonzaga (fondatore di Sabbioneta), Giulio Cesare decise di trasformare il piccolo villaggio in una vera e propria “città ideale”, ispirandosi ai principi urbanistici e architettonici dell’epoca.

Il progetto di Giulio Cesare, avviato nel 1579, fu dettagliato e ambizioso:

  • Pianificazione Urbanistica: Studiò nei minimi dettagli la struttura del borgo, tracciando un sistema ordinato di strade basato sul modello del cardo e decumano romani. La pianta urbana si sviluppava dal castello centrale con due direttrici che dividevano l’abitato in quattro aree distinte e simmetriche. Questa impostazione è ancora oggi riconoscibile nella conformazione del centro storico.
  • Il Castello: Fece edificare un imponente castello, circondato da un fossato, dotato di porticati, loggiati, giardini ed eleganti sale arricchite con marmi e affreschi. L’area del castello, racchiusa da mura, comprendeva al suo interno la chiesa di corte (la chiesa di S. Andrea, poi sostituita) e, dal 1583, una zecca dove furono coniate monete oggi assai rare. Del castello, purtroppo, rimangono oggi solo alcuni tronconi di mura e le scuderie, ma la sua presenza ha plasmato la piazza principale, oggi Piazza XXIII Aprile, circondata da caratteristiche costruzioni con portici.
  • La Chiesa: La chiesa di corte era inizialmente dedicata a Sant’Andrea, poi alla Beata Vergine e ai Sette Fratelli Martiri. Oggi la chiesa parrocchiale è la settecentesca Chiesa di Santa Felicita e dei Sette Fratelli Martiri.
  • La Contea: Nel 1593, l’imperatore Rodolfo II d’Asburgo elevò Pomponesco a Contea, dipendente dal Ducato di Mantova. Giulio Cesare Gonzaga ne fu il primo conte. Alla sua morte nel 1609, gli succedette il nipote Scipione, che governò la contea fino al 1670.

Età Moderna e Contemporanea:

Nel 1670, la Contea di Pomponesco fu annessa direttamente al Ducato di Mantova. Con la caduta dei Gonzaga nel 1708, Pomponesco passò sotto il controllo asburgico e fu assegnato al Ducato di Guastalla fino al 1746, quando venne reintegrato nella giurisdizione mantovana.

Alla fine del Settecento, durante l’occupazione francese, il castello di Pomponesco fu in gran parte distrutto. Nel 1818, i mattoni del castello furono riutilizzati per fortificare l’argine del fiume Po, testimoniando l’importanza del fiume per la sicurezza e l’economia locale.

Nel XIX e XX secolo, Pomponesco, pur rimanendo un centro prevalentemente agricolo, sviluppò una vocazione commerciale, favorita dal traffico fluviale. Questo attrasse anche alcune famiglie ebraiche, tra cui la famiglia Cantoni, che ristrutturò un palazzo tuttora esistente e di loro proprietà. Qui nacque Alberto Cantoni, noto scrittore e amico di Luigi Pirandello.

Pomponesco oggi:

Oggi Pomponesco è riconosciuto come uno dei “Borghi più Belli d’Italia”. La sua piazza principale, con i palazzi porticati che ne conservano l’antica impostazione rinascimentale, è stata spesso utilizzata come set cinematografico da grandi registi italiani come Cesare Zavattini, Mario Soldati, Bernardo Bertolucci, Tinto Brass e Terence Hill.

Il comune ha una superficie di 12,56 km² e confina con altri comuni mantovani (Viadana, Dosolo) e reggiani (Gualtieri, Boretto), ribadendo la sua posizione di cerniera territoriale.

L’economia locale è ancora legata all’agricoltura, ma il comune è attento alla valorizzazione del suo patrimonio storico e naturale. A sud dell’abitato, nell’area golenale, si estende la Riserva Naturale Garzaia di Pomponesco, un’area protetta di 23 ettari ricca di biodiversità, importante per la nidificazione di aironi e altre specie acquatiche. La Ciclovia del Po offre percorsi panoramici per gli amanti delle due ruote, e il piccolo porto di Pomponesco, con i suoi tipici “casoni” sul fiume e le spiaggette sabbiose, è un luogo apprezzato per escursioni e passeggiate.

In sintesi, la storia di Pomponesco è quella di un piccolo borgo romano, poi conteso nel Medioevo, che nel Rinascimento ha vissuto un’epoca d’oro grazie alla visione di Giulio Cesare Gonzaga, che lo ha trasformato in un esempio di “città ideale” con un’impronta urbanistica ancora oggi ben visibile. Nonostante la perdita del suo maestoso castello, Pomponesco conserva il fascino del suo passato, valorizzando la sua storia, il suo ambiente fluviale e la sua identità di “borgo più bello d’Italia”.